unisex

  • È un floreale agrumato. Il "naso" Sylvie Fischer ha riprodotto fedelmente gli aromi che si possono percepire dal balcone di una casa affacciata sui Navigli in una mattina di primavera, quando l’aria è ancora frizzante e confonde la memoria di una serata eccitante con il desiderio di un’estate meravigliosa. Le note di testa scivolano dolcemente dai toni agrumati dell’olio d’arancia amara e dell’olio di lime fino al tocco inconfondibile di olio di basilico. Nelle note di cuore lo scintillante accordo di spritz viene scaldato dall’olio di ginepro ed esaltato dalle tonalità amare e verdi dell’olio di petitgrain bigarade. Quest’ultimo viene estratto processando oltre ai frutti anche le foglie e i ramoscelli della pianta. È quindi l’ideale preludio alle note di fondo che si aprono sull’ambroxan, una molecola olfattiva sostenibile perché ottenuta in Spagna processando chimicamente la salvia sclarea. Dall’ambroxan, che riproduce alla perfezione l’odore di ambra grigia, si passa all’olio di vetiver e da qui all’assoluta di succan (Rhum) stemperato dal musk.

  • Luca Maffei e Antoine Lie hanno costruito una moderna fragranza di lusso sull'antico concetto di nobiltà del Castello Sforzesco. La rosa - non a caso detta regina dei fiori - sembra così innamorarsi dello zafferano - il re delle spezie - sotto le note luminose del bergamotto e quelle mistiche dell'incenso. Da qui si passa a un cuore fiorito legnoso e piccante con la molecola olfattiva di rosa alba, arricchita dal pepe rosa del Brasile e dal geranio, e la rosa del Marocco addolcita dal miele. Il tutto fissato dalle note di fondo a base di labdano, benzoino e clearwood, una molecola sintetica dai toni ambrati e legnosi incredibilmente persistenti sulla pelle.

  • Luca Maffei e Antoine Lie hanno ricostruito le sensazioni odorose di una domenica mattina, quando i primi raggi del sole s'infilano tra gli edifici di via Solferino con la leggerezza profumata del vento di primavera. Nel jus rosa pesca della fragranza sembra di sentire le note verdi del vicino parco Sempione, quelle fiorite dei banchetti in Largo Treves e Piazza San Marco e un certo non so che di acquoso. Questo è dato dall'accordo minerale che apre le note di cuore all'aromatica freschezza del maté e dello yuzu, una varietà asiatica di agrume. Nel cuore c'è un'inaspettata sinfonia di note floreali - petali di peonia, magnolia e osmanto - su una base di zenzero rosso. Il fondo porta la delicatezza verde dell'eliotropio nella decisa sensualità del patchouli, stemperata dal rassicurante tocco degli accordi di suede.

  • L'idea di Pierre-Costantin Guéros è di ricreare olfattivamente un delizioso piatto della cucina popolare milanese: riso e latte. Il tutto senza fare un profumo gourmand perché The Paintings of Palazzo Reale appartiene alla famiglia dei legnosi e speziati, con una nota milky difondo. La partitura olfattiva si apre sulle note di datteri, prugne e su quelle speziate dell'olio di pepe di Timut. Nel cuore della fragranza si comincia dall'olio balsamico di Gurjun - una resina essudata dal tronco di una pianta asiatica - per approdare al miele essentiel, all'olio di cardamomo e al latte di mandorla. Il sigillo olfattivo è dato dall'incalzante staffetta tra l'olio di olibano e quello di patchouli, tra la vaniglia Bourbon e l' ambrostar sotto il segno sontuoso e persistente dell'oud.

  • I giardini di Porta Venezia sono il primo parco pubblico di Milano. Inaugurati nel 1784 dall’arciduca Ferdinando d’Asburgo d’Este furono inizialmente progettati da Giuseppe Piermarini, l’architetto della Scala Comprendono le mura spagnole, gli orti della famiglia Dugnani, i terreni di due monasteri soppressi dagli austriaci e i giardini della villa Reale di Via Palestro. L’essenziere Pierre Costantin Guéros immagina di aggirarsi in questo Eden a pochi passi da Piazza Duomo sotto l’effetto della cosiddetta Fée Vert e ovvero l’assenzio cantato dai “poeti maledetti” come Baudelaire o Rimbaud e immortalato in uno struggente dipinto di Degas. Stavolta il liquore di erbe creato alla fine del 700 dal medico francese Pierre Ordinaire diventa la chiave di volta per entrare in tutti i segreti della natura, nei suoi lati oscuri come in quelli luminosi. Il risultato è un profumo inebriante e al tempo stesso pericoloso due gocce proibite nascoste tra legni e fiori. La partitura olfattiva si apre sull’aromatica freschezza dell’anice stellato esaltata dall’olio di limone e da un piccante sentore di pepe nero sigillato dal belanis, una molecola sintetica che sa di fiori bianchi e gelsomino con sfaccettature di anice, liquirizia, zafferano, apoponax e basilico. La "fée vert" esplode nelle note di cuore con l’olio di artemisia che si lega a quello di assenzio assumendo le sensuali tonalità del geranio del Madagascar e delle foglie di violetta. Il gran finale è dato da un deciso ensemble di toni legnosi (patchouli, assoluta di balsamo di abete e olio di legno di cedro) sull’insinuante dolcezza della vaniglia bourbon del Madagascar.

  • Pierre Constantin Guéros ha creato attorno alla mimosa, il fiore del sole e delle donne, una speciale fragranza che appartiene alla famiglia dei floreali talcati. Nelle note di cuore il mandarino del Madagascar e l'olio di bergamotto introducono con la loro vitaminica forza la spettacolare complessità di lilybelle, una molecola olfattiva biodegradabile e rinnovabile in cui si fondono la delicatezza del ciclamino e lo splendore del mughetto. Da qui in poi è un crescendo rossiniano di note floreali - assoluta di mimosa, olio di magnolia, rosa ed eliotropio -. Il finale è potente e al tempo stesso delicato: polvere di riso, fava tonka, vaniglia Bourbon e vetiver del Madagascar.

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